SCENEGGIATURA: Possiamo dire un ritorno ad effetto di Francis Ford Coppola che, in ogni modo, stupisce sempre il pubblico con le sue opere o certamente, fa parlare di se. Megalopolis lo possiamo considerare un viaggio introspettivo e visionario all’interno del mondo umano. Mondo determinato da significati profondi dell’essere e da capacità dello stesso, di proiettarsi ed incanalarsi verso un futuro che porterà radicali cambiamenti nella società e nel modo di essere. All’interno di questa visione, F.F.Coppola ha voluto marcare anche aspetti sottili della società attuale come ad esempio “l’emarginazione” emotiva che può attraversare un individuo avente visioni più ampie professionali, rivoluzionarie, un individuo che esce da un contesto standar soprattutto in alti ceti sociali dove effimeri valori di apparenza ed avere prevalgono sui valori fondamentali della vita. Emerge la difficoltà, la sofferenza e la resilienza di una persona che si trova a combattere le “oscurità” di questo mondo. Un racconto di F.F.Coppola molto profondo, un inciso dentro un inciso. Certamente la visione di Megalopolis richiede molta attenzione, sensibilità e capacità di immaginare il futuro del genere umano in relazione alle scelte di oggi dello stesso. La struttura del film ruota infatti attorno alle ambizioni del protagonista architetto “Cesar Catilina” di creare una città rivoluzionaria in sintonia con l’ecosistema. Difficile far capire che le scelte dell’uomo di oggi, determineranno la bellezza ed il valore del mondo futuro. La visione ha un incipit introduttivo complesso da seguire (questo è dovuto a diverse situazioni che si intrecciano nonchè presentazione dei personaggi con i rispettivi profili psicologici complicati) e per tanti può risultare pesante. Una prima fase che richiede molta attenzione per poter comprendere la scena successiva e lo sviluppo generale che, pian piano, si rende sempre più chiaro verso la fine. Una produzione divera per il celeberrimo Regista che regala un opera sì eccelsa ma non idonea per un vasto pubblico come invece lo erano i Suoi precedenti film. Certamente in un era estremamente digitalizzata e sorprendentemente AI, Megalopolis rappresenta il culmine di questa condizione-processo ed il megalon, essenza di questo film, incubo o sogno. La domanda è quale mente distopica può produrre/immaginare un film di questo tipo così come chi, nella realtà, può produrre/immaginare un progetto per l’uomo paritario a Megalopolis. Bè, la prima risposta è Francis Ford Coppola che cetamente lascerà un inciso profondo nel panorama cinematografico mondiale proprio per le sue proposte/visioni e la seconda risposta è chiunque racchiuda dentro se stesso Cesar Catilina o, d’altro canto, chiunque voglia lasciare ai posteri un futuro migliore. Essere visionari non significa essere pazzi, la pazzia è non essere visionari.
ATTORI: Ancora una volta conferma il proprio talento Adam Driver in “Cesar Catilina”, un ruolo intriso e caratterizzato da numerose peculiarità interpretative non facili da comunicare allo spettatore quali l’essere cupo, ambiguo, maniacale di ricerca e studio, ossessionato da un sogno, passionale e irriverente … ma contemporaneamente l’essere emarginato, psicologicamente provato, essere provocaore e provocato allo stesso tempo. Un ruolo veramente di spessore per questo Attore che nelle sue ultime filmografie ha dimostrato con chapeau, tutto il suo talento. Una particolare attenzione va anche a Jon Voight che con un bel bagaglio di filmografie, risale tuttavia alla mente attraverso il film Anaconda del 1997. A tal proposito lo ricordiamo attraverso particolari primi piani di suspance e terrore, la sua peculiarità è infatti l’espressività e composta freddezza che riesce a regalarci attraverso il personaggio come di fatto, per questa filmografia. Gradita è stata infatti la proposta del personaggio che nonostante l’età, in Megalopolis viene proposto come l’esatto contrario di una apparente fragilità di anziano. Di fatto, l’intera filmografia è una contrapposizione o illusione. Smuove la sensibilità del pubblico Nathalie Emmanuel, con un interpretazione non particolarmente incisiva ma che regala momenti toccanti e di forte sinergia col protagonista e per la quale, di fatto, si aggiudica la memoria dello spettatore per alcune scene clou di tutto il film. Certamente possiamo definirla come il personaggio delineato da una maggiore sensibilità nei confronti del resto del cast e per questo, si aggiudica il podio di gradimento insieme ad Adam Driver. Ad Aubrey Plaza il ruolo femminile più intrigante, anch’esso delineato da mille sfaccettature che certamente richiede una buona esperienza attoriale per poter incentrare e comunicare tutto in pochi gesti od espressioni. Falsità, egoismo, cattiveria, egocentrismo, ipocrisia, lussuria … sembra un personaggio caratterizzato dai sette vizi capitali, alla resa dei conti, semplicemente (ed il pubblico direbbe finalmente) ripagata con la stessa moneta. D’altro canto è il personaggio che racchiude l’essenza di Megalopolis, ognuno ha arbitrio di scegliersi il proprio destino. Un altro personaggio di particolare interesse è interpretato da Shia LaBeouf che artisticamente trova analogie con l’attore Tobin Bell in “L’Enigmista” e Joaquin Phoenix in “Il Gladiatore”, un profilo pertanto psicologicamente scorretto e dannatamente sottile. Certamente una tra le intepretazioni più interessanti per Megalopolis. Il resto del cast è certamente un buon connubio a completamento del quadro artistico per il quale però aimè, non spicca nessuno in manierra esclusiva. Tuttavia va precisato, che artisticamente l’intero film presenta una struttura “Megalodontica” che rispecchia a pieno la maestosità del progetto filmografico firmato Coppola certamente, pur criticabile, un risultato alla portata di pochi Registi e Produttori al mondo.
REGIA: Una Regia superba per il Maestro Francis Ford Coppola.
Il termine “superbo” lo possiamo interpretare in Megalopolis in due modi contrastanti tra loro, in negativo o positivo.
Lo stesso Regista ha postato un suo ritratto in cui afferma di essere grato di aver ricevuto da The Razzie Awards, la nomina come peggior regista, peggio sceneggiatura e peggior film per Megalopolis ma, analiziamo i fatti:
Come nelle descrizioni sopra riportate, Megalopolis è di fatto UN OPERA D’ARTE CINEMATOGRAFICA CONTEMPORANEA – FUTURISTICA.
Quante opere d’Arte di questo genere e di artisti di fama internazionale sono di massima quotatura sul mercato ed eppure non sono comprese dal pubblico? Perchè? forse perchè la grande maggioranza delle persone, non ha le giuste competenze di Storia dell’Arte e Critica d’Arte, necessaria per poter dare una valutazione oggettiva di quello specifico dipinto o rappresentazione artistica. Soggettivamente possiamo apprezzare o no questo film, ma oggettivamente è una dimostrazione di grande talento. Non è facile dirigere ciò che si ha in mente soprattutto quando si tratta di un modo unico e molto particolare di immaginare un mondo futuro, oppure quando si vogliono comunicare stati d’animo, correnti e problematiche sociali di spessore. Coppola ha certamente sconfinato il proprio modus operandi che da sempre lo ha caratterizzato (anche se c’è da dire che nelle opere di Coppola, come nel celebre “Dracula”, l’introspezione umana, il senso di umanità e religiosità nel rapporto della storia, è sempre esistita e quindi definibile un SUO MARCHIO) ma è altresì vero che i tempi richiedono anche un evolversi tecnico artistica da parte dei Registi, soprattutto in voga in anni passati. Personalmente reputo che questo film richiederebbe molta più attenzione o perlomeno un’analisi molto più profonda rispetto alle recensioni ottenuto da media e critici, mi piacerebbe molto partecipare ad un dibattito insieme al Maestro Coppola e colleghi luminari del settore Entertainment.
Coppola ha fornito l’attenzione su vere problematiche sociali attraverso una visione spettacolare caratterizzata da effetti speciali ed una costruzione tecnica ricercata nella sua totalità. Di fatto i movimenti di camera non sono particolarmente di spicco ma le inquadrature ed il montaggio (che esaminerò di seguito) rendono l’opera maestosa fino dalle prime sequenze. Si è soffermato molto su dettagli o inquadrature ristrette proprio con l’intenzione di comunicare lo stato d’animo o il disagio di quella specifica scena. Stacchi dinamici a sottolineare il tempo che scorre velocemente e che inesorabilmente consuma l’anima e la vita di ognuno di noi, giustiziere del proprio destino. La “confusione” di cambi di scena repentini apparentemente può disorientare e certamente non è di facile comprensione ma la si apprezza dalla metà in poi, capendone le motivazioni. Questi cambi caratterizzano le diverse relatà che contemporaneamente si vanno ad intrecciare. Non era facile costruire un intro di così tanto spessore visivo ed emozionale con così tanto materiale da mostrare. Le riprese di un film che risultano essere cariche di materiale e che seguono altresì uno script psicologicamente intrigato ed instrinseco di mille sfaccettature psicologiche se pur estremamente attuale e veritiero, forniscono un materiale visivo di importante mole che proprio per questo motivo, non sono facili da montare al fine di comunicare bene con il pubblico e rendere l’opera fluida, ben costruita senza distogliere l’attenzione. Coppola ha diretto comunque egregiamente questo lavoro che credetemi, è stato MEGALODONTICO. Solo per questo meriterebbe un plauso. Criticabile quanto volete, è un opera che in pochi sarebbero stati capace di ideare e produrre. megalopolis è un viaggio psicologico nei sistemi del nostro vivere e nell’interiorità di un uomo (interpretato da A.River) che alla fine, può essere ognuno di noi. Se si segue l’intero film, è un viaggio di riflessione che facciamo insieme a Coppola. ma la domanda è, quanta voglia abbiamo di riflettere sulla nostra esistenza in ogni sua sfaccettatura? Le coreografie e la precisione nell’inserimento di elementi religiosi o culturali sottolineate da inquadrature ravvicinate o slowmotion è una teatralità dell’ambiguità della nostra mente o modo di mostrarsi. Un audace progetto costruito anche con l’ausilio dello StageCraft a led dove i Video Wall rendono emozionante la resa dei VFX. La difficoltà della Regia credo sia stata la direzione attoriale per la comunicazione visiva delle interpretazioni e la coordinazione per la risoluzione ottimale degli effetti speciali visivi.
Personalmente un plauso a Francis Ford Coppola che all’interno della sua carriera è riuscito a creare un Film all’avanguardia.
MONTAGGIO: La forma di elaborazione tecnica che caratterizza l’intero film è la dinamicità. Cuts veloci enfatizzano i netti cambi di situazioni e varie. le inquadrature sono caratterizzate da zoom in e out, qualche slowmotion, traslazioni anche con utilizzo di crane o aerial shot ma nulla di particolarmente da sottolineare. Particolare una inquadratura ad effetto vertigo su Adam River (se non erro) e forse qualche tilt per enfatizzare tensione, Ciò che fa breccia sono invece la costruzione degli effetti speciali visivi VFX costruiti con grande tecnica a livello di gestione software e che necessitano attrezzature all’avanguardia e di ultima generazione in alta risoluzione 4K. Ottima la scelta dei LUT e dei background visivi. Insomma tanta mestria tecnologica e tecnica.
COLONNA SONORA: Gli effetti sonori SFX e i sounds in backgroud certamente sono determinanti per la resa visiva dell’intero film. Ovviamente per qualsiasi produzione filmografica ma certamente, di maggiore importanza la dove si utilizzano tecniche digitali per la produzione. La scelta delle musiche direi azzeccata ed in linea tra di loro, coerente con le immagini alle quali risultano dare corpo e veridicità. Sfuma tuttavia la colonna sonora che non resta impressa e non identifica la filmografia.
VOTO GLOBALE – 4 stelle
(scala valutazione 0 – 5 )
Anna Morelli
(Director & Screenwriter)
GUARDA SU:
Google Play






